A cura di Francesco Melfa ©
Fotografie gentilmente concesse da Giuseppe Arena ©

INTRODUZIONE

Fin dai primi anni del '500, la Settimana Santa è stata una colonna portante della cultura religiosa siciliana, trasmessa in modo incisivo dopo le invasioni spagnole dell'Isola.

La Settimana Santa di Trapani, ad esempio, da oltre 400 anni vede scendere in processione il Venerdì e il Sabato santo 20 Gruppi Sacri (chiamati "Misteri"), in pieno stile artistico spagnolo, stile visibile non solo dalla costruzione integra in legno e sughero ma anche per la loro forma medievale e non romana, per le divise dei soldati spagnoleggiate oltre alla carnagione molto scura di tutti i personaggi.
Ben fatte seppur molto più recenti sono anche le "Varette" che sfilano in processione il Venerdì Santo a Barcellona Pozzo di Gotto e che meritano di essere messe in evidenza.
Molto particolare è anche la Settimana Santa a Enna, che invece ha ereditato dagli spagnoli una processione di oltre duemila confrati che sfilano incappucciati per le principali vie della città.

Ci sono anche alcuni paesini dove varie manifestazioni sono di origini medievali, come per esempio la famosissima Festa dei Giudei a San Fratello, che ricorda i Giudei che percorsero e condussero Cristo al Calvario. Il loro costume coloratissimo è composto da giubba e calzoni rossi, adornati ai lati da strisce di stoffa di altri colori. 

Il capo è completamente coperto da un cappuccio, anch'esso rosso, e dalla maschera penzola una grossa lingua di pelle lucida che, insieme ad una grande bocca e a due sopracciglia molto lunghe, conferiscono al mascherone un'aria grottesca. Ai piedi i Giudei calzano delle scarpe in cuoio grezzo ed in mano recano mazzi di catene a maglie larghe e trombette. 

Per tre giorni il paese di San Fratello impazzisce, con questi Giudei che corrono, si arrampicano sui muri, camminano in pericoloso equilibrio sui tetti delle case, saltano, fuggono, suonano e spariscono.

A differenza delle manifestazioni religiose che si svolgono nel resto d'Italia durante la Settimana Santa, quelle siciliane hanno dunque la capacità di far entrare lo spettatore non solo nel vero spirito religioso ma anche nel mondo fantastico del folklore e soprattutto della tradizione che già dal mercoledì delle Ceneri, inizia a far provare a molti uno stato di trepidazione con il conto alla rovescia.
Ad eccellere, sia per numero di eventi che per affluenza turistica, spicca anche la Settimana Santa di Caltanissetta, che ad oggi sembra essere l'unica settimana dell'anno in cui tutti i nisseni possono dire di essere fieri della loro terra.

 

I Sabatini

Ancor prima della Domenica delle Palme, dal primo periodo di Quaresima si iniziano a svolgere tantissimi eventi (che possono arrivare ad essere anche cinque a settimana) aperti a tutti. I più importanti, entrati praticamente a far parte della grande tradizione, sono i cosiddetti "sabatini". Questi si svolgono all'interno della Cattedrale Santa Maria La Nova nei cinque sabati precedenti la Pasqua e il venerdì prima della Settimana Santa e sono tutti dedicati a Maria Santissima:
-il primo sabatino è dedicato all'Immacolata ed è curato da vari rappresentanti del Clero e dai Devoti della Sacra Urna;

-il secondo è in onore di Maria Santissima della Provvidenza a cura dell'Ass. Real Maestranza, durante il quale vengono anche scambiate le cariche di categoria di questa associazione (Alabardieri e Portabandiera);

-il terzo sabatino è in onore di Maria Santissima della Mercede ed è curato dai macellai, detentori della Vara "La Crocifissione" e dalla Banca di Credito Cooperativo San Michele, detentrice della Vara "La Pietà";

-il quarto sabatino viene celebrato per Maria Santissima del Carmelo a cura del ceto degli Ortolani - Fam. Giunta, detentori della Vara "La Cattura";

-il quinto è in onore della Vergine del Rosario, un tempo curato dai contadini ed oggi dall'Ass. Piccoli Gruppi Sacri, che insieme alla banda entrano in Cattedrale partendo da Via Palermo;

-il sesto sabatino, che si svolge di venerdì, è in onore dell'Addolorata, ed è celebrato dall'Unione Autotrasportatori, a cui da qualche anno si aggrega anche una rappresentanza di Maria SS Addolorata di Pietraperzia.

 

Via Crucis

Dal 2006, due settimane prima del Venerdì Santo, i giovani della pastorale con l'aiuto del Vescovo organizzano una Via Crucis tra le vie principali del Centro Storico alla quale prendono parte ogni anno migliaia di fedeli e che ha come protagoniste delle stazioni i Grandi Gruppi Sacri "Vare".
Verso le ore 15 vengono dunque uscite fuori dalla loro sala espositiva per essere sistemate ordinatamente in determinati punti del centro per la Via Crucis della sera. Alla fine dell'evento, queste vengono portate all'interno della Cattedrale dove sarà possibile ammirarle fino alla mattina del Giovedì Santo, giorno in cui usciranno per la loro processione e per fare poi ritorno nella loro Sala Espositiva.

 

Domenica delle Palme

Processione di Gesù Nazareno sulla Barca di fiori


Percorso: Biblioteca Scarabelli, Corso Umberto I, Via Redentore, Via Maddalena Calafato, Viale Conte Testasecca, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Garibaldi, Corso Umberto I, Chiesa Sant'Agata.

Con la Domenica delle Palme si apre il ciclo delle celebrazioni che accompagneranno Caltanissetta nella settimana dell'anno di maggior splendore. La città si risveglia con i vari ambulanti sparsi per ogni quartiere con le loro bancarelle piene di palme intrecciate e ben fatte. Da molte Chiese escono in processione i fedeli che tengono in mano le loro palme o i rametti di ulivo. Il Centro storico, sfortunatamente poco frequentato dai nisseni durante il corso dell'anno, viene abbellito e si prepara per splendere, quantomeno per questo periodo.
Nel frattempo all'interno dell'atrio della biblioteca comunale, viene allestita un enorme barca fatta interamente di fiori raccolti da vari contadini qualche giorno prima nei loro campi. Fu proprio il ceto dei contadini, nella seconda metà dell'Ottocento, a volere questa processione dopo che questi erano stati esclusi non solo dalla Real Maestranza ma anche dalla processione delle Vare. Inizialmente, veniva portato a spalla il Cristo morto in una grande urna colma di fiori; nel 1869 però, il Barone Di Figlia, propose di portare in processione una figura più festosa, visto che la Domenica delle Palme simboleggia l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Venne così creato il simulacro del Cristo benedicente, che viene messo sopra la barca non appena questa è pronta. E' costituita da una grande varietà di fiori che vanno a formare delle splendide livree e sul musetto della barca spicca la scritta "WGN" (Viva Gesù Nazareno). Verso le ore 16, quando la barca viene completata, vengono sparati 21 colpi di mortaio e questa viene spostata di qualche metro davanti alle porte della biblioteca (come se fossero le porte di Gerusalemme).
Alle ore 18:45 inizia la processione e l'enorme "abbarcu" viene portato a spalla tra due ali di folla festose, insieme a tanti bambini che aprono il corteo, vari membri del Clero, la banda e tutta l'Associazione di Gesù Nazareno composta dai contadini che tengono in mano dei ceri chiamati "bilannuna".
Verso le 21.30, la barca viene portata davanti la porta della chiesa di Sant'Agata, dopo che i portatori l'hanno fatta salire sù per le scalinate della chiesa con uno sforzo enorme e i fuochi d'artificio insieme alla folla danno l'ultimo saluto al simulacro.

 

Lunedì Santo

Rappresentazione Sacra "L'Ultima Cena"

Il lunedì Santo si svolge l'Ultima Cena, che da il via al primo dei due appuntamenti delle Rappresentazioni Sacre curate dall'Associazione Teatro della Parola dal 2001.
Questa rappresentazione è nata da pochissimi anni ed è andata a riempire il lunedì della settimana santa nissena che era privo di eventi.
Verso le ore 19 viene realizzato un corteo dal Largo Badìa che vede tantissimi attori inscenare l'ingresso di Gesù a Gerusalemme con gli apostoli e i vari personaggi dell'epoca. La scena prosegue fino alla Biblioteca Scarabelli, dove i vari attori iniziano la Rappresentazione Sacra con la lavanda dei piedi, l'Ultima Cena (durante la quale viene realmente preparato e cucinato il pane azzimo che si mangiava all'epoca), la cattura di Gesù ed il Sinedrio.
Gli attori muovendosi tra il pubblico rendono l'interazione più immediata e coinvolgente, trasportando gli spettatori in un viaggio emozionante attraverso la storia e la spiritualità delle sacre rappresentazioni.
Di anno in anno vengono scelte varie location per queste scene.
E' tutto curato nei minimi particolari, dal vestiario alla scenografia, dai testi alla bravura degli attori locali. Questi ultimi, nonostante svolgano nella vita altri lavori, si riuniscono ogni anno già da gennaio per prepararsi a svolgere perfettamente queste rappresentazioni. Nonostante sia l'ultimo arrivato, questo evento è riuscito comunque a ricrearsi un increscioso numero di spettatori, al punto che la rappresentazione viene riproposta in più fasce orarie del giorno per motivi pratici.

 

Martedì Santo

Rappresentazione Sacra "A' Scinnenza"

Il martedì Santo si svolge invece la Rappresentazione Sacra più importante, tradizionalmente chiamata "A' Scinnenza" (termine siciliano che sta ad indicare la deposizione del Cristo dalla croce). Questa drammatizzazione teatrale, comunemente svolta anche in altre località siciliane, è stata inscenata per la prima volta a Caltanissetta grazie al grande impegno di Padre Vincenzo Scuderi. Questi nel dopo-guerra, si prese il dovere di aiutare e formare i giovani con lo scopo di toglierli dalla strada. Tra le attività che propose ai ragazzi vi fu proprio l'idea di inscenare il "mortorio", ovvero la rappresentazione della morte del Cristo. Grazie all'impegno e alla serietà con cui i giovani ragazzi di Don Scuderi si dedicarono per la riuscìta di questa recita, tutto andò per il meglio e riuscirono non solo a reclutare nuovi attori ma anche ad aumentare la partecipazione di spettatori nel susseguirsi degli anni. Il "mortorio" cambiò presto nome in "Scinnenza" per volere dei fedeli e divenne così un appuntamento fisso e immancabile della Settimana Santa. Inizialmente questo evento si svolgeva la sera del sabato Santo ma una volta deciso di aggiungere anche la rappresentazione dell'Ultima Cena, la Scinnenza venne spostata al martedì Santo per uno svolgimento più lineare.

La drammatizzazione riprende da dove era stata interrotta il giorno precedente; alle ore 19 ha inizio il corteo della biga (Corso Vittorio Emanuele, via Cavour), con Gesù che accompagnato da una cinquantina di attori viene condotto dinnanzi a Pilato (Scalinata Silvio Pellico) dove alle ore 20 avrà inizio il Processo con la successiva Via Crucis che si snoderà per un lungo percorso (Via Cavour, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Garibaldi, Corso Umberto I, Via Maddalena Calafato) fino ad arrivare al luogo della crocifissione (Piazza Capuana). La rappresentazione terminerà dunque con la deposizione di Gesù dalla croce, il suicidio di Giuda e la resurrezione sotto gli occhi increduli di San Tommaso. Fino al 2019, la rappresentazione della resurrezione, si svolgeva in un terzo appuntamento la Domenica di Pasqua, preceduto dal Corteo dell'Addolorata.

 

Mercoledì Santo

Processione della Real Maestranza e del Santissimo Sacramento


Percorso: Dall'abitazione del Capitano fino al Municipio, Corso Umberto I, Ex Collegio dei gesuìti, Corso Umberto I, Piazza Garibaldi, Cattedrale.

Con il mercoledì Santo si entra nel vivo della Settimana Santa nissena che già dalle prime ore del mattino, mette in fervore un gran numero di persone che si preparano per la Real Maestranza, una delle processioni più consistenti d'Italia.

Le origini di questa processione risalgono al 1551, anno in cui l'imperatore Carlo V riunì nel "Corpo Unico di Milizia Cittadina" le forze armate nissene degli artigiani che nel loro insieme formavano le Maestranze (termine che deriva da "mastri"), che acquisirono nel tempo un grande potere. A capo di queste Maestranze vi era un "Capitano del popolo" che durava in carica per circa un anno e aveva anche la possibilità di liberare un progioniero condannato per reati lievi durante la Pasqua.
Le Maestranze si diffusero pian piano anche in altri paesi della Sicilia, finché nel 1782 il Viceré di Sicilia Caracciolo decise di scioglierle dopo un eccesso di contrasti avvenuto tra le autorità al potere. A Caltanissetta tuttavia, la Maestranza continuò a restare viva trasformandosi da movimento politico ad associazione religiosa. Quando questa fu vista per la prima volta nel 1848 dal re Ferdinando IV di Borbone in visita a Caltanissetta, impressionato dagli oltre quattrocento uomini che la componevano, le diede il titolo di "Reale", a patto che i vessilli avessero uno sfondo bianco, come bianca era la bandiera borbonica, con al centro l'immagine del santo protettore di ogni singolo ceto.
Oggi fanno parte della Real Maestranza dieci ceti artigianali (barbieri, panificatori, idraulici, carpentieri, muratori, fabbri, falegnami ed ebanisti, carpentieri, pittori e calzolai), che a turno, eleggono il loro Capitano.
Il Capitano è la figura principale della processione; viene vestito con la tradizionale marsina settecentesca ed è sicuramente la più grande aspirazione a cui ogni artigiano nisseno possa puntare. Questi riceve inoltre il titolo di Cavaliere della Repubblica, come premio per il suo attaccamento alla tradizione.

Lo scambio delle cariche con il Capitano uscente avviene nella prima domenica di Quaresima e da lì in poi vari e complessi riti vengono svolti da tutta l'associazione fino al mercoledì Santo, giorno in cui, il Capitano riceve nella sua abitazione i membri dei vari ceti vestiti rigorosamente in abito da cerimonia e tutti gli ex capitani, che insieme alle cariche maggiori assisteranno alla sua vestizione. Da lì, la Real Maestranza raggiungerà in corteo il Municipio dove il Sindaco alle ore 10 consegnerà al Capitano le simboliche 

chiavi della città, di cui sarà responsabile fino alla domenica di Pasqua.
Alle ore 11 il corteo si dirige verso la Cattedrale per l'adorazione Eucaristica. Il Capitano, accompagnato dalla banda, porta in braccio un crocifisso velato di nero, simbolo di invito alla liberazione dei peccati, e viene affiancato in processione dall'alfiere portante il vessillo, dallo scudiero, dal portabandiera e dall'alabardiere della sua categoria. I bambini in prima fila, portano sopra un cuscinetto le chiavi della città mentre a seguire stanno tutti gli altri membri che portano un cero col simbolo del loro ceto artigianale. Una volta terminata l'adorazione del Santissimo, tutti i membri dell'associazione compreso il Capitano si cambiano i loro guanti, le loro calze e i papillon neri, sostituendoli con quelli bianchi, simbolo di purificazione. La processione riparte a mezzogiorno accompagnata questa volta anche dal vescovo che porta tra le mani il Santissimo Sacramento. La sfliata, dopo il percorso tradizionale si concluderà nuovamente in Cattedrale con la benedizione finale del Vescovo.

 

Processione dei Piccoli Gruppi Sacri "Varicedde"


Percorso: Piazza Garibaldi, Corso Umberto I, Via Re d'Italia, Corso Vittorio Emanuele, Corso Umberto I, Piazza Calatafimi, Via Berengario Gaetani, Via Card. Benintendi, Corso Vittorio Emanuele, Via XX Settembre, Corso Umberto I, Piazza Garibaldi.

La sera del mercoledì Santo si svolge un altro evento molto importante, ossìa la processione delle cosiddette "Varicedde" o Piccoli Gruppi Sacri. Questi simulacri, sono delle perfette riproduzioni in miniatura delle grandi Vare che sfilano in città il giovedì Santo. L'iniziativa di questa processione nacque alla fine dell'Ottocento da un gruppetto di ragazzini, i garzoni di bottega, che volevano prendere parte anch'essi alle processioni della Settimana Santa. Questi si costruirono così delle piccole statuette in terracotta grandi quanto il palmo di una mano che portavano in processione sopra dei vassoi per il mercoledì Santo. Sulla base di queste statuette, nel 1924 lo scultore Emma di San Cataldo, grandissimo studioso della "tecnica mista" usata dallo scultore delle Vare grandi, cominciò a lavorare per la creazione delle 19 Varicedde, facendone in totale sei. L'arte di famiglia venne tramandata al figlio che ne costruì altre due ed ai nipoti Salvatore, Ernesto e Maria Lucia che realizzarono l'ultima nel 1995. Le restanti dieci Varicedde furono costruite invece dallo scultore Salvatore Capizzi tra il 1933 e il 1965. Oggi questi simulacri appartengono a varie famiglie della città, che le custodiscono nelle loro case o nei loro uffici curandone la manutenzione.
La mattina del mercoledì Santo vengono esposte di fronte le loro abitazioni per essere addobbate e permettere ai passanti di poterle ammirare, mentre nel pomeriggio vengono accompagnate in Piazza Garibaldi dove si riuniranno tutte insieme per la processione della sera.


Alle ore 20, le Varicedde, scortate ognuna dalla propria banda musicale, sfilano in ordine per le principali vie del centro storico accompagnate spesso da qualche spettacolo pirotecnico. Intorno alle ore 2, le Varicedde fanno rientro in Piazza Garibaldi ritornando ai punti di partenza e concludendo così la processione. Successivamente vengono sistemate all'interno dell'atrio del Municipio dove resteranno esposte fino al Lunedì dell'Angelo, per poi ritornare dalle proprie famiglie.
Grande è ogni anno il quantitativo di persone per questa processione che è la preferita dei bambini. Da qualche anno, le famiglie proprietarie di alcune Varicedde, le mettono in mostra in alcune scuole permettendo alle classi più volenterose di poterle adottare sfilando insieme a queste per il mercoledì Santo dell'anno, con l'obbiettivo di avvicinare il più possibile i giovani a questi eventi onde evitare che un giorno lontano queste tradizioni si possano perdere.

 

Giovedì Santo

Vedi Qui

 

 

Venerdì Santo

I Sepolcri

In attesa della processione serale, tra le ore 9 e le ore 13 della mattina del venerdì Santo hanno luogo i cosiddetti Sepolcri, che consistono nella visita (sempre in numero dispari) di tre, cinque o sette chiese del centro storico. In ogni chiesa i fedeli dovranno pregare con un numero di "Padre Nostro" e "Ave o Maria" uguale al numero delle chiese che desiderano visitare.
Per fare i Sepolcri in maniera corretta, secondo la tradizione, la prima chiesa da visitare è il Santuario del SIgnore della Città, mentre l'ultima è la Cattedrale Santa Maria la Nova (in segno di ringraziamento). Le altre chiese da visitare sono a libera scelta del fedele tra le seguenti:
-Chiesa di Sant'Agata al Collegio;
-Chiesa di Sant'Anna;
-Chiesa di Sant'Antonio alla Saccara;
-Chiesa di Santa Croce detta "Badia";
-Chiesa di San Domenico;
-Chiesa di Santa Flavia;
-Chiesa di San Francesco d'Assisi;
-Chiesa di San Giovanni;
-Chiesa di San Giuseppe;
-Chiesa di Santa Lucia;
-Chiesa della Madonna Assunta;
-Chiesa di Santa Maria degli Angeli o «La Vetere»;
-Chiesa di Santa Maria della Grazia;
-Chiesa di Santa Maria della Provvidenza;
-Chiesa di Santa Maria Maddalena penitente;
-Chiesa di San Michele Arcangelo;
-Chiesa di San Sebastiano.
-Chiesa di Sant'Agata al Collegio;
-Chiesa di Sant'Anna;
-Chiesa di Sant'Antonio alla Saccara;
-Chiesa di Santa Croce detta "Badia";
-Chiesa di San Domenico;
-Chiesa di Santa Flavia;
-Chiesa di San Francesco d'Assisi;
-Chiesa di San Giovanni;
-Chiesa di San Giuseppe;
-Chiesa di Santa Lucia;
-Chiesa della Madonna Assunta;
-Chiesa di Santa Maria degli Angeli o «La Vetere»;
-Chiesa di Santa Maria della Grazia;
-Chiesa di Santa Maria della Provvidenza;
-Chiesa di Santa Maria Maddalena penitente;
-Chiesa di San Michele Arcangelo;
-Chiesa di San Sebastiano.

 

Processione del Signore della Città

Percorso: Corso Umberto I, Piazza Garibaldi, via Genovese, largo Meli, via Roma, viale Amedeo, via san Nicolò, via Signore della Città, via Roma, via Tumminelli, via P.E. Giudici, via Re d'Italia, Corso Umberto I, Piazza Garibaldi, via Genovese, largo Meli, via Roma, viale Amedeo, via San Nicolò

 

Se la processione del giovedì Santo è considerata la più imponente, quella del venerdì Santo è di certo la più importante.
Nel giorno della celebrazione della morte di Nostro Signore Gesù Cristo, a Caltanissetta si svolge la processione del Signore della Città, detto anche Cristo Nero per il suo colore scuro. Questo simulacro, che viene custodito tutto l'anno all'interno del Santuario del Signore della Città, è molto adorato dai nisseni per l'enorme spirito devozionale ed emotivo che suscita.
Si tratta di un crocifisso in legno d'ebano in stile bizantino risalente al 1300 che fu ritrovato qualche secolo dopo da due fogliamari (raccoglitori di erbe selvatiche), all'interno di una grotta fuori le mura della città, tra due candele illuminate. Questo fatto davvero eclatante creò grande scalpore a tutti i nisseni che lo adottarono come loro patrono fino al 1625, quando venne poi eletto al suo posto San Michele Arcangelo per avere liberato la città dalla peste.


La sera all'imbrunire, la Real Maestranza vestita a lutto con calzini, guanti e papillon neri e con le bandiere avvolte da velo nero, raggiunge la Cattedrale per unirsi alla processione insieme al Vescovo e ad altri membri del Clero. Il corteo inizia dunque a dirigersi verso la chiesa del Signore della Città dove ad attenderli ci sono i Fogliamari con le loro "Ladate", dei canti particolari che rappresentano il lamento di Maria in strofe per la morte del figlio Gesù. Verso le ore 19, circondati da un impressionante silenzio, i fogliamari cominciano a portare a spalla e a piedi nudi il fercolo per le vie della città scortati dalla Real Maestranza, dal Clero, dalle Suore Terziarie Francescane del Signore della Città e dal sindaco con giunta e consiglio comunale. Alcuni componenti dei fogliamari precedono il Crocifisso tenendo in mano una ricca composizione floreale che emana l'odore di incenso che avvolge i fedeli durante la processione. Molti devoti camminano scalzi in segno di ringraziamento per una grazia ricevuta o per chiederne una nuova.
Il tragitto viene illuminato dai bilannuna accesi che portano i membri della Real Maestranza. Ogni tanto si sente anche la voce immancabile dei fogliamari che che incitano: 
"E gridammu tutti!" con successiva risposta in coro: "Viva la misericordia di Diu!".
Dopo essere passato in mezzo a tutti i fedeli in un lungo percorso, il Cristo Nero torna verso la sua Chiesa soffermandosi prima sotto il balcone dell'istituto Signore della Città dove il Vescovo eseguirà la benedizione. La processione termina dunque con il Cristo Nero che rientra in Chiesa e con i Fogliamari che gli rivolgono l'ultima ladata, prima che le porte si riaprano ai fedeli per permettere anche a loro un'ultima preghiera.
Era usanza fino a qualche secolo fa portare in processione il Simulacro anche in occasione di gravi eventi quali terremoti e carestie.

 

Sabato Santo

Il sabato Santo, considerato come giorno di lutto per la morte di Nostro Signore Gesù Cristo, non prevede nessuna processione.
Solamente alle ore 09:30, il Capitano della Real Maestranza accompagnato dalle Cariche Capitanali, dall’Ass. Real Maestranza e dall’Ass. Capitani “A.I.A.N.”, insieme al cappellano della Casa Circondariale di Caltanissetta, fanno visita ai detenuti, alla Polizia Penitenziaria e al personale per portare loro un saluto.

 

Domenica di Pasqua

Processione di Resurrezione

Percorso: Piazza Garibaldi, Corso Umberti I, Viale Regina Margherita, Corso Umberto I, Piazza Garibaldi.

Originariamente la Domenica di Pasqua si svolgeva la processione della Junta  (Giunta o Incontro), in cui una statua della Maria Maddalena  veniva fatta uscire alle 11:00 dalla Chiesa della Maddalena (dove la sera prima venivano intonate varie ladate fino alle prime ore del mattino). La statua veniva condotta a spalla fino alla Chiesa Santa Croce dalla quale veniva fatta uscire invece la statua di una Madonna Addolorata realizzata da Michele Alesso nel 1840 (oggi esposta nella Chiesa San Pio X). Questo incontro tra la statua della Maddalena e della Madonna stava ad indicare l'annuncio della resurrezione, seguito dalla gioia di quest'ultima che veniva dunque portata avanti e indietro per le vie che circondavano la Badìa alla ricerca del risorto (via Vasellai, via Re d'Italia, via Mons. Guttadauro, via Saccarella, via Vespri Siciliani e via Dietro S. Croce). Nel frattempo la statua del Cristo risorto veniva fatta uscire dalla Cattadrale e condotta a spalla fino al Collegio di Maria in via Giudici dove avveniva finalmente "A Junta". La Madre, riconosce il figlio e il velo nero che l'avvolgeva, cade giù e i due si affrettavano ad avvicinarsi come spinti da un forte desiderio di abbracciarsi e baciarsi, così i fercoli con le statue della Madre e del Figlio venivano sollevate e inclinate l'una di fronte all'altra, come per scambiarsi parole d'affetto, mentre le campane di tutte le chiese, iniziavano a suonare a stormo, e la banda, che precedentemente suonava marce funebri a sottolineare il grande dolore della Madre, cambiava spartito e incominciava ad eseguire, allegre e rumorose marce tradizionali e con lo sparo dei consueti giochi pirotecnici si concludeva la processione. Nel Collegio di Maria inoltre, la sera del Sabato Santo si riuniva anche la Real Maestranza incappucciata a rendere onore inginocchiandosi al quadro "Spasimo di Sicilia" ritenuto un originale di Raffaello.

Dopo l'abolizione di questo omaggio al quadro voluta dal Vescovo Mons. Guttadauro per l'eccessiva paganizzazione della vigilia di Pasqua, venne ritenuto opportuno abolire pure A Junta per i troppi aspetti esteriori destinati solo all'apparire. Una processione molto simile si può ammirare tutt'ora a Modica sempre la Domenica di Pasqua, con la processione de "La Madonna vasa vasa".

Oggi (a partire dagli anni 70) l'incontro è stato sostituito con una passeggiata della Real Maestranza, per la tradizionale "processione di Resurrezione".
Alle ore 9:30 tutti i membri della Real Maestranza si riuniscono davanti alla Cattedrale per poi raggiungere in corteo il Seminario Vescovile insieme alla giunta comunale. Una volta arrivati sul posto, uno squillo di tromba fa da citofono al Vescovo che scende per andare in processione verso la Cattedrale scortato da tutti i maestri della Real Maestranza, dal Capitano e dalla banda.
Dopo la Santa Messa, il Capitano della Real Maestranza riconsegna le chiavi della città al sindaco e la cerimonia termina con la tradizionale liberazione di due colombe bianche, simbolo della Pasqua e della Resurrezione che salutano Caltanissetta e la sua Settimana più bella dell'anno che giunge dunque al termine.